L’argento è sempre stato prezioso per noi, considerato di natura femminile e dotato di qualità magiche. Il suo nome deriva dall’inglese antico “seolfor” e il suo simbolo chimico dal latino “argentum”. Gli Incas lo chiamavano “lacrime della luna” e le antiche civiltà lo usavano in regali, gioielli e monete. L’argento ha il suo posto significativo nel chakra e nei sistemi ayurvedici del benessere e già nel 700 aC, lo studioso romano Plinio il Vecchio scrisse dell’argento che previene le malattie.
Prima dell’avvento della scienza moderna, l’argento simboleggiava purezza, chiarezza e forza ed era usato per purificare l’acqua potabile e preservare la salute. I romani gettavano monete d’argento in contenitori d’acqua e usavano polveri d’argento per curare le ferite; dal Medioevo si credeva che stoviglie, utensili e coppe d’argento offrissero protezione dalle malattie a chi poteva permettersele. Forse è per questo che i figli di famiglie benestanti sono “nati con un cucchiaio d’argento in bocca”.
Nel folklore, l’argento è dalla parte del bene, poiché i proiettili d’argento uccidono i licantropi e i vampiri e nelle nostre frasi comuni usiamo la nostra “lingua d’argento” e cerchiamo il “lato d’argento”.
Le cronache dell’uso medicinale dell’argento risalgono all’antichità. L’argento è un antimicrobico, efficace come trattamento antibatterico, antimicotico e antiparassitario.
Intorno al 400 aC, Ippocrate insegnò le proprietà curative dell’argento e i suoi composti che prevengono le infezioni. La scienza moderna ha documentato la capacità antimicrobica dell’argento negli ultimi due secoli, trattando i comuni raffreddori e problemi oftalmici, utilizzando l’argento colloidale nelle medicazioni per ferite e ustioni e impiegandolo come disinfettante antisettico.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità utilizza l’argento colloidale nei suoi filtri per l’acqua e recentemente l’argento colloidale è stato confermato da studi clinici per combattere anche i batteri resistenti agli antibiotici, come l’MRSA.
L’affinità classica dell’argento con la Luna lo lega al riflesso splendente della luce e la presenza dell’argento nell’acqua del mare mantiene stretto il legame naturale, poiché la Luna controlla le maree degli oceani. C’è una spinta irresistibile. Non sembra un caso che la nostra immaginazione ci abbia portato all’uso dell’argento negli specchi e persino nella fotografia, siamo una civiltà ossessionata dal riflesso delle immagini. Comprendere come facciamo ora che l’argento ha la più alta conduttività termica di qualsiasi metallo e la più alta conduttività elettrica di qualsiasi elemento conosciuto, può spiegare l’istintivo timore reverenziale che ispirava nei tempi passati e oggi.